L’olio di oliva viene consumato dal 4000 a. C dalle popolazioni del Mediterraneo come cibo, farmaco, cosmetico, ed è stato oggetto di numerosi studi che ne hanno confermato il suo ruolo fondamentale dal punto di vista salutistico.
Al suo interno è presente l’acido oleico con una percentuale pari al 60-80, che è molto importante per l’organismo, perché rappresenta il contenuto di acidi grassi liberi presenti.
L’acido oleico è quindi un acido grasso monoinsaturo appartenente alla famiglia degli Omega-9.
Più è presente nell’olio, più lo rende stabile e di qualità rispetto ad un altro con un elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi, ed è proprio grazie a questo aspetto che l’olio di oliva ha un punto di fumo elevato e risulta perfettamente adatto per ogni tipo di frittura (leggete il nostro articolo dedicato: Qual è il miglior olio per friggere?).
L’acidità, data appunto dall’acido oleico, consente di valutare le alterazioni (se ce ne sono) che le olive subiscono durante la raccolta, trasporto e trasformazione.
Un olio di oliva prodotto con olive sane e raccolte al punto giusto di maturazione, avrà un’acidità molto bassa che è pari allo 0,8%. Per questo motivo il periodo migliore per la raccolta è il mese di ottobre.